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SOCRATE AVEVA RAGIONE: AMMETTERE DI NON SAPERE È IL PRIMO PASSO VERSO LA CONOSCENZA

Le 4 Fasi dell’Apprendimento: Trasforma la Teoria in Pratica!


“Se pensi di sapere tutto, probabilmente non sai abbastanza!”

Questo paradosso è una realtà che si manifesta spesso, soprattutto per chi lavora in contesti dinamici e sfidanti come il management o la leadership. Ad esempio, un manager che crede di avere tutte le risposte potrebbe trascurare l’importanza di ascoltare il proprio team, perdendo opportunità di miglioramento e innovazione. Oppure, un leader in un ambiente competitivo potrebbe ignorare nuove strategie o tecnologie, convinto che le sue conoscenze siano già sufficienti. Questi atteggiamenti non solo limitano la crescita personale, ma possono anche compromettere il successo del gruppo o dell’intera organizzazione. La vera forza sta nel riconoscere ciò che non si sa e nell’essere aperti a imparare (ne ho scritto anche QUI).

 La formazione: un investimento, non un alibi

Chi gestisce un team sa quanto sia fondamentale migliorare le competenze, proprie e del gruppo. Tuttavia, quante volte la formazione viene vista come un peso o, peggio, come un alibi? Frasi come “Non agisco perché non so abbastanza” sono comuni, ma nascondono un problema più profondo: la paura di affrontare l’ignoto. Quante volte ci siamo iscritti a corsi o abbiamo partecipato a sessioni di formazione per sentirci “pronti” e poi, una volta completati, ci siamo trovati ancora bloccati, incapaci di agire perché mancava la certezza di essere sufficientemente preparati? Questo circolo vizioso spesso ci porta a rimandare le decisioni, dimenticando che l’azione stessa è parte integrante del processo di apprendimento.

Socrate ce lo ha insegnato: “So di non sapere” non è un punto debole, ma un punto di partenza. Ammettere di avere lacune significa aprirsi alla crescita e imboccare la strada verso il miglioramento.

 I Quattro Stadi dell’Apprendimento

Il viaggio dell’apprendimento passa attraverso quattro fasi cruciali, spesso ignorate, ma essenziali per trasformare la teoria in pratica:

 

  1. Incompetenza Inconscia: Non sappiamo di non sapere. In questa fase, ci sentiamo sicuri delle nostre azioni semplicemente perché non siamo consapevoli delle alternative. È come guidare senza accorgersi dei segnali stradali: pensiamo che ciò che facciamo sia sufficiente solo perché non conosciamo altro.

 

  1. Incompetenza Consapevole: Scopriamo le nostre lacune. Questo è il momento del risveglio, quando iniziamo a vedere che ci sono modi migliori di agire. Può essere una fase frustrante, in cui ci rendiamo conto di quanto dobbiamo ancora imparare, ma è anche l’inizio del cambiamento. È qui che diciamo: “C’è davvero un altro modo e io voglio impararlo!”

 

  1. Competenza Consapevole: Impariamo e miglioriamo, anche se con fatica. Ogni passo avanti richiede concentrazione e pratica. In questa fase, le nostre nuove competenze non sono ancora naturali; dobbiamo pensarci e fare attenzione a ogni dettaglio. Tuttavia, iniziamo a vedere i risultati e questo ci motiva a continuare.

 

  1. Competenza Inconscia: Il nuovo apprendimento diventa automatico. Arrivati a questo punto, ciò che prima richiedeva sforzo ora viene fatto senza pensarci. È il momento in cui la teoria diventa parte integrante del nostro modo di essere e lavorare. Ci troviamo a chiederci: “Perché non ho iniziato prima?”

 

 Il Modello di Kolb: dal fare al sapere

David Kolb ci offre un ulteriore strumento per capire come apprendiamo. Il suo ciclo di apprendimento esperienziale è particolarmente utile per chi vuole integrare teoria e pratica. Le sue quattro fasi sono:

– Esperienza Concreta: Vivere situazioni reali che accendono nuove intuizioni.

– Osservazione Riflessiva: Analizzare ciò che è accaduto, traendo significati dalle esperienze.

– Concettualizzazione Astratta: Sviluppare modelli o teorie utili in diversi contesti.

– Sperimentazione Attiva: Applicare quanto appreso in nuove situazioni, dando vita a un ciclo continuo di apprendimento.

Scoprire il proprio stile di apprendimento

Kolb ci invita anche a riflettere sul nostro stile preferito:

– Adattivo: Impara facendo, perfetto per contesti incerti.

– Divergente: Integra molteplici prospettive, ideale per chi ama il pensiero creativo.

– Convergente: Risolve problemi con precisione, uno stile pragmatico.

– Assimilatore: Predilige analisi e concettualizzazioni, adatto agli amanti della teoria.

 Perché investire nella formazione?

La formazione non è una distrazione, ma un acceleratore—se usata come tale! Non basta acquisire nuove nozioni: è fondamentale metterle in pratica per tradurre la teoria in risultati concreti. Ad esempio, dopo un corso di public speaking, possiamo applicare immediatamente le tecniche apprese durante una presentazione in azienda, anche se ci sentiamo insicuri. Oppure, partecipando a una formazione sulla leadership, possiamo iniziare a coinvolgere il nostro team in modo diverso, sperimentando nuovi approcci nella gestione dei conflitti o nella delega. La chiave è agire subito, senza aspettare di sentirsi perfetti, perché è nell’azione che si consolida l’apprendimento e si costruisce la competenza.

 

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