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5 PASSI PER ARRICCHIRSI.

Qualche suggerimento rubato a Napoleon Hill su come… arricchirsi. La mia interpretazione di cosa significhi realmente ricchezza.


Quest’estate ho avuto una settimana di shopping compulsivo di libri per il mio E-Reader. E’ veramente un aggeggio infernale che permette di riempire la libreria senza averne una, velocemente e senza vedere uscire i soldi dalle tasche. Ed in questo impulso ho acquistato “Pensa ed arricchisci te stesso” di Napoleon Hill.

Dopo averlo letto tutto di un fiato devo ammettere che non era proprio quello che mi aspettavo. In pratica non credevo che per “arricchirsi” si intendesse fare molti soldi e, ripensandoci, questa cosa riflette molto la mia idea di arricchimento. Infatti non mi sono mai piaciuti i predicatori che ti dicono come fare soldi o che ne fanno facendo leva sulla tua smania di diventare ricco. Non considero la ricchezza un valore né tantomeno un obiettivo.

Mi piace molto la definizione di ricchezza data da Ancelotti che ho letto nella sua autobiografia.

Mio padre diceva che sei ricco quando non sai quanti soldi hai nel conto corrente.

Ma ricchezza ed arricchirsi per me sono concetti totalmente differenti. Per me l’arricchimento non è legato alla parte monetaria dato che ritengo che non sia possibile pianificare e continuare a svolgere azioni per solo obiettivo di diventare ricchi.

Ad un certo punto infatti si raggiungerà un livello tale per cui si avranno sufficienti ricchezze per riuscire a vivere tranquillamente e quindi la motivazione legata alla sopravvivenza ed alla sicurezza personale e della famiglia (normalmente quella più forte) si esaurirà.

Per me le cose si fanno perché ci credi, perché ti piacciono, perché le ritieni giuste e perché sono il tuo perchè. Solo se ci sono queste caratteristiche si riesce ad avere la continuità e la dedizione per portare avanti i propri obiettivi.

Poiché comunque “I soldi lo so, che non danno la felicità, immagina però come può stare chi non li ha” (o almeno così diceva il buon Luca Carboni) ed in fondo sono gentile, in questo post cercherò di darvi 5 consigli tratti dal libro che secondo Napoleon Hill daranno il là ad una vita di agi e ricchezze.

Se dovessi riassumere il libro in due righe potrei dire che: La ricchezza è una conseguenza di una buona programmazione, attitudine e gestione personale legata ad una configurazione mentale che ha i soldi come principale obiettivo, come ossessione.

Partiamo da un concetto fondamentale.

Tutto parte da idee che sono l’elemento che ti motiva e sono le cose che si vendono. Se hai un’idea devi alimentarla da subito e non accantonarla poiché ogni minuto di vita in più le dà una possibilità maggiore di sopravvivere. Per questo condividetela e cercate di influenzare qualcuno con il vostro modo di pensare o cercate di farvi scegliere per le vostre idee.

Ma una volta che hai un’idea, cosa devo fare? Ecco i 5 pilastri per arrivare alla ricchezza.

  • Inizia a definire il tuo desiderio, il tuo obiettivo

Ne abbiamo già parlato molte volte. Parti da un obiettivo ben congegnato e definito (vedi il mio post su come farlo) senza avere pre-concetti sul fatto che lo raggiungerai o meno. Se fosse stato facile infatti lo avresti già fatto. Uno dei principali punti deboli della razza umana è la familiarità dell’individuo medio con il termine impossibile. Aiutati, cancellandolo dal tuo dizionario.

  • Visualizza l’obiettivo fino ad avere la sensazione fisica di averlo raggiunto-Scrivilo e riguardalo ogni giorno.

Quando Henley scriveva

Sono padrone del mio destino, capitano della mia anima.

lo faceva sapendo o immaginando che siamo in grado di controllare i nostri pensieri. Nonostante al tempo non si sapesse nulla di PNL o di pratiche varie di ancoraggi (in questo POST Rafa Nadal ci spiega cosa sono), è risaputo che si tende a credere a ciò che si ripete continuamente, a prescindere che sia vero o meno (se avete un figlio capirete esattamente che cosa intendo).

Per questo motivo creare un piano preciso, dettagliato e visibile per realizzare il tuo desiderio e cominciare immediatamente ad agire, che tu sia pronto o meno, è l’unica soluzione per farlo proprio per sempre. E comincia ad ingannare il tuo cervello dicendo di dover per forza ricevere il denaro che è già di tuo diritto e che aspetta solo che tu lo prenda.

  • Unisciti ad altri. Sfrutta la conoscenza condivisa.

Quando Henry Ford diventò uno degli imprenditori più ricchi degli Stati Uniti, cercarono spesso di metterlo in difficoltà poiché non aveva frequentato scuole importanti facendogli domande per sottolineare la sua ignoranza. Quello che rispondeva era che lui sapeva dove trovare le informazione e che non era necessario che le sapesse tutte. Questo ci fa capire che non si è ricompensati per ciò che si sa ma per ciò che si fa con ciò che si sa. Se sai dove trovare le persone giuste per aiutarti è già un passo avanti e più rapido di imparare a fare tutto da solo.

E’ lo stesso modello che cavalca oggi Elon Musk nei suoi business e quello che Steve Jobs aveva riassunto con la famosa frase

Prendo le persone in gamba non per dire loro cosa fare ma perché loro mi dicano cosa fare.

  • Cultura della sconfitta. Non c’è vergogna ma fierezza nella sconfitta per ripartire verso l’obiettivo chiaro che hai in testa.

Un piano dura il tempo della sua prima implementazione. Quando si mettono a terra le idee infatti si troverà sempre qualcosa da cambiare o migliorare (altrimenti il piano o l’obiettivo non sono audaci abbastanza). Se il primo piano che adotti non funziona, sostituiscilo con un altro; se fallisce anche quello, passa ad un altro ancora e così via, finche non trovi un piano che funzioni. Ricorda sempre che è solo una sconfitta temporanea e non un fallimento perpetuo. Significa solamente che i tuoi piani non erano abbastanza validi. Evitate le scuse. Trovare le scuse è una abitudine radicata e quindi difficile da estirpare specie quando ci forniscono giustificazioni per i nostri fallimenti.

  • Abbi tenacia e buone abitudini. Fai un passo alla volta ma continuamente. Allena la tua Resilienza.

Questo punto è complicato da implementare. Controllare la propria mente è difficile e frutto di allenamento ed autodisciplina. Se ti arrendi prima di raggiungere il tuo obiettivo sei uno che getta la spugna. Chi getta la spugna non vince mai e un vincente non getta mai la spugna.

Rileggendo questi 5 punti ci si rende conto che, alla fine, qualunque sia il modo in cui desideriate di arricchirvi, sia di denaro sia di conoscenza, le pratiche sono simili ed utilizzabili nella stessa maniera. Cambiano solo gli obiettivi. Per questo vi consiglio comunque di leggere il libro, magari partendo dai concetti che vi ho espresso. E se funzionerà, ricordatevi di un amico!

(Libro consigliato: Pensa e arricchisci te stesso. Napoleon Hill. Il leader calmo. Carlo Ancelotti)

Comments (2)

  1. Attirato dal titolo di questo blog, me lo sono tenuto per ultimo, per dargli la massima attenzione. E, nonostante la tua impressione non proprio accattivante, mi sarei anche soffermato a leggere il libro da cui sei partito ma mi sono incappato in questo [articolo da l’Internazionale](https://www.internazionale.it/opinione/arthur-c-brooks/2022/02/26/felici-cinquanta-anni?utm_medium=italypicks.rd.20220228&utm_source=email&utm_content=article&utm_campaign=10fortoday4.0styling)
    Mi sono chiesto allora: perché la ricerca della ricchezza? “Che non da la felicità” Cos’è, qual’è la vera ricchezza? Arricchirsi di denaro, per il solo scopo di arricchirsi, un arricchirsi cioè fine a se stesso, davvero non ci porta da nessuna parte. Potrei ingegnarmi a rubare o ad arricchirmi in modo illegale o con metodi moralmente discutibili e anche forse se lo facessi in modo onesto ma perdendo tutti i miei amici e familiari a cosa varrebbe? O ancora se fossi ricchissimo ma depresso? O malato? Quali sono le “vere” ricchezze? Ripeto, non ho letto il libro di Napoleon Hill ma forse la ricerca della ricchezza si potrebbe applicare non solo al denaro ma a cosa ci rende ricchi. Essere “benestanti” forse non vuol dire essere dei Paperon de Paperoni ma “bene-stare=stare bene” con se stessi e in mezzo agli altri. L’obiettivo è forse ancora più ambizioso e sfidante del possedere una barca o un conto a sei zeri ed altrettanto soggettivo. Vado ancora più in là… Una vita fatta di sacrifici e rinunce continue… a quale scopo? Cosa siamo disposti a sacrificare e per cosa? Non sono domande niente affatto facili. Credo ci voglia una vita per rispondere. Per ora mi sento di condividere in pieno ciò che ha scritto Robert Waldinger: “il benessere può essere costruito, e i mattoni migliori sono dei rapporti interpersonali solidi e calorosi”. Perciò Alessandro, ricordiamoci l’un l’altro e teniamoci in contatto. E grazie per lo spunto di riflessione. Anche grazie a te, stasera sono un po’ più ricco!

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