DIFFERENTI CULTURE RICHIEDONO DIFFERENTI TIPI DI COMUNICAZIONE. SPUNTI DA MOMENTI DI NERVOSISMO
Come viene influenzata la comunicazione dalle differenze culturali? Scopriamo la differenza tra culture ad alto e basso contesto per comunicare meglio.
Nella mia vita lavorativa ho avuto la fortuna di conoscere, collaborare ed arrivare ad obiettivi condivisi con persone nate e cresciute nei cinque continenti. Persone con differenti età, idee, formazioni, lingue, religioni e modi di pensare che richiedono differenti modalità di comunicazione.
Spesso mi sono trovato nella situazione, frustrante e paradossale, in cui mi sembrava di non fare alcun passo avanti. Addirittura, mi sembrava che l’altra persona non capisse l’importanza di alcune cose e il loro impatto sulla riuscita del progetto. E, quello che è peggio, spesso le maggiori difficoltà sono arrivate da colleghi o clienti che avevano una cultura e valori apparentemente simili ai nostri.
Da qui ho imparato che, per comunicare correttamente, innanzitutto devi capire chi hai di fronte.
Ciononostante, ci sono però alcune cose che, anche dopo anni, non riesco a farmi andare giù.
Vi è mai successo di fare una riunione o una call, decidere delle attività, prendere degli impegni e dare delle scadenze e poi, dopo pochi minuti, ricevere una mail di riassunto con tutto quello che avete deciso?
In un mondo ideale, questo è esattamente quello che si dovrebbe fare. Anzi, questo è proprio il modo in cui le mail si dovrebbero usare: un riassunto di una discussione fatta in diretta.
Ma, non so perché (o forse lo so esattamente ma non voglio rendermene conto), io non lo riesco ad accettare, è più forte di me: mi sembra sempre che l’invio della mail abbia come sottotitolo “siccome non mi fido di te, allora scrivo quello che ci siamo detti. Non si sa mai”. Tutto questo anche se, lo giuro, io non sono famoso per non tenere fede ai miei impegni.
Questo succede specialmente nella comunicazione con alcune nazioni e, per questo, ho cominciato a cercare il perché e nel post di oggi cercherò di spiegare cosa c’è dietro a questa abitudine.
Quando ho letto le osservazioni di Erin Meyer, raccolte nel libro “La mappa delle Culture”, ho ritrovato molte situazioni che ho vissuto personalmente e quindi ho cominciato ad approfondire l’argomento per comprendere e gestire le differenze culturali nelle organizzazioni internazionali e migliorare la qualità della comunicazione.
Uno dei concetti chiave del pensiero contenuto nel libro, se ne possono trovare anche alcuni video su YouTube, indicato come “Livello di Contesto” è stato illuminante nel capire cosa c’è dietro a queste difficoltà.
Nelle nostre relazioni di ogni giorno facciamo sempre più i conti con persone che possono essere divise in appartenenti a culture di alto contesto e a culture di basso contesto.
Che differenza c’è tra le due?
Nelle culture di alto contesto, le informazioni sono spesso implicite e non espresse apertamente.
Ciò significa che le persone si aspettano che gli altri comprendano il non detto attraverso le relazioni personali, la comunicazione non verbale e le norme sociali condivise. In questo tipo di culture, il contesto in cui avviene la comunicazione (ad esempio, la relazione tra le persone, il loro stato sociale e il loro ruolo all’interno della società) è molto importante così come il “sottinteso” che, chiaramente, sta nell’interlocutore riuscire a capire.
Nelle culture di basso contesto, invece, le informazioni sono esplicite e vengono espresse apertamente.
Le persone si aspettano che le informazioni siano dette chiaramente e direttamente, senza bisogno di interpretare il contesto o le sottili implicazioni delle parole o del comportamento degli altri. In questo tipo di culture, l’enfasi è posta sulla trasmissione di informazioni chiare e precise, anche a scapito della relazione personale o del contesto in cui avviene la comunicazione.
La domanda da porsi a questo punto è: quali problemi potrebbero sorgere nella comunicazione tra culture di alto contesto e culture di basso contesto?
Ce ne sono tre che, a mio parere, sono i più critici:
la difficoltà a comprendere il significato delle parole e delle azioni degli altri. Le persone provenienti da culture di alto contesto potrebbero trovare difficile comprendere il significato esplicito delle parole e delle azioni delle persone provenienti da culture di basso contesto, mentre le persone provenienti da culture di basso contesto potrebbero non comprendere le implicazioni non dette delle parole e delle azioni delle persone provenienti da culture di alto contesto.
le persone provenienti da culture di alto contesto potrebbero trovare difficile essere dirette e esplicite nelle loro comunicazioni, mentre le persone provenienti da culture di basso contesto potrebbero non comprendere l’importanza delle relazioni personali e del contesto nella comunicazione. Queste differenze culturali potrebbero portare a fraintendimenti, malintesi e difficoltà nella gestione delle relazioni interpersonali (e questo mi ricorda esattamente la mia situazione con la mail riepilogativa!!!).
una persona proveniente da una cultura di alto contesto potrebbe essere sorpresa dalla diretta e schietta comunicazione di una persona proveniente da una cultura di basso contesto, che potrebbe sembrare scortese o poco rispettosa. Ad esempio, la persona proveniente da una cultura di basso contesto potrebbe essere diretta e senza giri di parole nel comunicare i suoi pensieri o le sue opinioni, mentre la persona proveniente da una cultura di alto contesto potrebbe aspettarsi una comunicazione più formale e rispettosa. Pensate alle caratteristiche delle culture orientali, specialmente quella Giapponese, dove addirittura un “no” deve essere gestito correttamente.
Fatte queste premesse, credo sia chiaro quali siano le culture ad alto e a basso contesto.
L’Italia, così come gran parte delle nazioni mediterranee, sono ad alto contesto. Dalla descrizione credo sia facile “immedesimarci” nelle caratteristiche di sottinteso o non detto delle nostre conversazioni e nei differenti significati che una stessa parola o frase può avere se detta in contesti o con persone differenti.
L’altro estremo invece sono gli Stati Uniti, definita la nazione a più basso contesto di tutte. Cercando di capire il perché, potrei pensare che in una nazione di nata e cresciuta con l’immigrazione l’unica maniera per far convivere e far comunicare le persone è semplicemente diventare il più diretti possibile.
Per questo, lavorando con i miei colleghi Americani, ricevo sempre una specie di “riassunto” di quello che ci siamo detti e normalmente le nostre chiacchierate sono del tipo:
- Ti dico quello di cui dobbiamo parlare
- Parliamo dell’argomento
- Riassumiamo quello che ci siamo detti
Chiarezza e via tutti i fronzoli.
Forse è anche per quello che proprio dagli USA nascono le varie teorie di gestione delle riunioni che hanno come fine quello di essere il più efficaci ed efficienti possibili.
Come gestire quindi la comunicazione?
Innanzitutto, dobbiamo SAPERE che ci sono delle differenze e sapere quali potrebbero essere. Come sempre, sapere dove è il tranello di fronte a noi permette di evitarlo.
Poi, anche se sembra banale, dobbiamo sviluppare la consapevolezza culturale ed imparare a comprendere e rispettare le differenze culturali nella comunicazione essendo disposti ad adattarsi e a modificare il modo di comunicare per rispettare le differenze culturali.
Sembra facile… ma io, dopo più di 20 anni, non ci sono riuscito ancora completamente.
E tu, che esperienza hai avuto?