LA COMUNICAZIONE DI UN GELATIERE DI ECCELLENZA PER GLI ARTIGIANI DEL XXI SECOLO
Avere il migliore prodotto non è sufficiente ad essere considerato il migliore. Massimiliano Scotti e la sua gelateria sono un esempio di comunicazione per gli artigiani moderni
Il Gelato per me, oltre ad essere un meraviglioso dolce, è legato a ricordi di piccoli negozi artigianali nei paesini attorno a casa mia e di amici che andavano a “far la stagione estiva” per tre mesi in Germania. La provincia di Belluno ha infatti una tradizione storica di gelatieri che, anche grazie alle vie di comunicazione che già dall’inizio dell’ottocento univano la provincia all’Austria e alla Germania, era stata esportata verso nord.
E lungo queste direttrici, famiglie di emigranti richiamavano nipoti o amici per passare l’estate nei loro negozi a fare i camerieri per poi, spesso, tornare in Italia aprendo una nuova attività per portare a casa la loro arte.
Sono artigiani del latte e della frutta che, pazientemente, usavano (ed usano ancora adesso) gli ingredienti del territorio per creare dei prodotti fantastici. Una stirpe di artisti che hanno un’adorazione per il prodotto, per le materie prime da trattare con cura per ottenere il miglior gelato.
Tutti questi ricordi sono venuti a galla quando ho visto l’intervista a Massimiliano Scotti, fondatore della gelateria “Vero Latte” di Vigevano e pluri-vincitore di una serie di premi tra cui “Miglior gelatiere d’Europa”.
Vigevano, tra Milano e Novara, è in quella zona dove il confine tra Lombardia e Piemonte, per qualche strano motivo, passa dal seguire il Ticino a seguire il Sesia. Ci sono stato una volta e poco mi ricordo se non le vie strette, tipiche delle città del Nord cresciute tra il ‘500 ed il ‘600, e la bella piazza della Cattedrale.
La prima cosa che mi sono chiesto è stata: ma come ha fatto un gelatiere di Vigevano conosciuta per le scarpe, partendo da una gelateria relativamente piccola, ad essere incoronato il “migliore di Europa”?
Credo che la storia di Massimiliano Scotti, che ho cercato di riassumere usando qualche stralcio di sue interviste, debba essere usata come esempio di come si debba strutturare un’attività poiché mette in risalto tutti gli ingredienti che sono necessari ad ottenere dei risultati eccellenti.
Ma soprattutto, evidenzia come gli eterni “tecnocentrici” legati allo sviluppo del prodotto, debbano alzare la testa ed aprire occhi e orecchie.
Massimiliano ha iniziato la sua carriera di gelataio a 40 anni, abbandonando il mondo dell’editoria. Per anni ha infatti lavorato come direttore generale di una casa editrice occupandosi di Marketing e Comunicazione ma, soprattutto, durante la sua vita è riuscito a viaggiare e ad assaggiare sapori differenti e tipici di diverse culture.
Marketing, comunicazione e sapori del mondo.
Questo è l’humus su cui è cresciuto il suo progetto.
Proprio sfruttando l’esperienza di Marketing e di comunicazione ha aperto il suo negozio:
“Tutto è partito dalla semplice idea di aprire una gelateria sotto casa. Decisi di chiamarla Vero Latte, un nome e un marchio che non esisteva. Ma mentre stavamo preparando il negozio, ho attaccato delle insegne con scritto “Finalmente anche a Vigevano arriva Vero Latte!”. È una bugia bianca – ride. Ma questo finalmente ha fatto sì che si creasse un’aspettativa. Poi, sempre prima dell’apertura, ho creato una pagina Instagram postando tutta una serie di fotografie vintage di gelato, per dare un’immagine di un negozio che tornava quasi al passato.
Il giorno prima di aprire la gelateria avevo già 1600 follower! Il giorno dell’apertura abbiamo confermato questa immagine vintage, di una latteria di una volta, con un concept un po’ bakery americana. Il locale si è riempito e io ero soddisfatto. Avevo ottenuto quello che volevo: la mia gelateria con tanti clienti fidati.”
Stiamo parlando del 2015. Dal punto di vista dei social 9 anni sono un’era geologica e, devo dire, l’idea della pagina Instagram era al tempo abbastanza inconsueta.
Leggendo le varie interviste, mi è sembrato comunque che la “semplice idea” fosse invece stata ben cogitata poiché
“il gelato mi permetteva di entrare in una crepa, una parte assente di mercato. Dagli anni Ottanta, infatti, il vero gelato artigianale si era un po’ perso. Dunque, ho voluto mettermi a fare il gelato guardando molto molto indietro, con l’idea di creare qualcosa di diverso.”
Partenza studiata e lancio preparato per bene con una comunicazione ed una filosofia che, molto modestamente, credo non avesse nulla di particolarmente unico:
“Tornare al passato per riscoprire i veri sapori.
Quando mia nonna faceva mangiare il gelato a mia madre, non esistevano additivi chimici, conservanti, coloranti e distributori automatici per gelati, è per questo che noi facciamo tutto come una volta.”
“Il gelato come una volta” è la stessa promessa che facevano sia Grom (acquistata proprio nel 2015 da Unilever) sia La Romana, giusto per dirne due. Se poi ti interessa come creare un tuo motto, puoi andare a QUESTO POST.
Guardando bene ai gusti ed alle combinazioni ardite di gelati che nascono da “La voglia di imparare, di sperimentare sempre” e che portano a ratatouille alla francese con gelato al basilico, alla tartare di carne con gelato alla crema salata e tartufo bianco o all’uso di azoto liquido, tutto si può pensare tranne che al “tornare al passato per riscoprire i veri sapori del gelato… fatto come una volta”.
E’ chiaro che questo è un percorso che nasce dall’incontro con chef importanti, il suo gelato è ad esempio nel menù del ristorante di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele di Milano, che lo hanno sicuramente aiutato a decollare e dalla capacità di comunicare e di partire dall’assunto CRUCIALE per ogni business:
“ALCUNI TI AMERANNO PER QUELLO CHE FAI, ALTRI TI ODIERANNO PER LA MEDESIMA RAGIONE”
Definire e capire il proprio mercato ed essere bravi a contattarlo ed a comunicare con lui e non cercare di piacere a tutti diventando uno dei tanti.
E’ per questo che dobbiamo fare una distinzione netta tra “miglior gelato” e “miglior gelatiere”.
“Il marketing e la comunicazione sono sempre fondamentali. Qualunque prodotto acquista un maggiore valore in base a come viene venduto. Se una materia prima eccezionale non viene raccontata e presentata sul mercato con una corretta strategia di marketing perde valore. Vedi, io sono assolutamente convinto che ci possano essere dei gelati migliori dei miei in Europa, ma come lo comunico fa e ha fatto la differenza”
E qui sta la decisione… vuoi fare il miglior gelato o essere il miglior gelatiere?
Questo è il punto cardine che chiunque deve sempre tenere di fronte. Il miglior prodotto non vale nulla se non è presentato correttamente. L’arte e la capacità resteranno confinate nel piccolo paesino della val Zoldana se non sono raccontate in maniera accattivante.
E tutto deve nascere da una base culturale ben solida e radicata e da una storia ben raccontata (come ho scritto IN QUESTO POST).
Le relazioni, il networking, la capacità di rischiare e di cavalcare le novità sono gli ingredienti secondari che devono però essere usati su basi solide di comunicazione e marketing che molti (non voglio dire tutti) gli emigranti bellunesi non avevano.
E il risultato è che oggi Massimiliano Scotti è Ambasciatore della comunicazione del Gelato nel Mondo e fondatore de “I magnifici del Gelato: un’associazione di professionisti che uniscono le forze per comunicare al grande pubblico il valore del vero gelato artigianale”
Tutto questo a dimostrazione che la comunicazione, assieme al latte ed alle altre materie prime di prim’ordine, è un ingrediente FONDAMENTALE per diventare il miglior gelatiere d’Europa.
Tanto di cappello! Nel frattempo… una coppetta con una pallina di nocciola