TRASFORMANDO IL CAOS IN STRATEGIA: LA RIVOLUZIONE DI “TEAM OF TEAMS”
Esplora come il modello ‘Team of Teams’ rivoluziona le strategie di vendita attraverso un approccio di leadership adattiva e una cultura aziendale agile. Un viaggio nell’innovazione organizzativa per affrontare le sfide del mondo moderno
Nel post “Trasformare il caos in strategia, la standardizzazione nel processo di vendita” ho raccontato come, al fine di migliorare il processo di vendita, la condivisione di obiettivi, metodi, avanzamenti e feedback è una condizione necessaria.
Ma come mai è così importante condividere il percorso?
Il primo beneficio è legato alla motivazione (ne ho scritto qui) ovvero al fatto che sapere quel è il contributo delle proprie azioni al bene comune è una delle leve principali per andare a coinvolgere il team a remare dalla stessa direzione. Oltre a questo, però, c’è un’altra ragione per spingere verso la condivisione ed è legata all’efficacia dell’organizzazione in un mondo complesso.
Per spiegare questo concetto dobbiamo partire dal fatto che le tecniche di gestione del team sono normalmente mutuate da quelle usate durante le guerre. Per questo, ho trovato interessante il libro “Team of Teams: New Rules of Engagement for a Complex World”. Scritto dal Generale Stanley McChrystal, partendo dai conflitti in Iraq esplora come le organizzazioni possono migliorare la loro efficienza e adattabilità in un mondo in rapida evoluzione.
Il concetto chiave del libro è quello di trasformare le organizzazioni tradizionali, strutturate gerarchicamente, in una “squadra di squadre”. Questo modello si concentra sulla decentralizzazione dell’autorità decisionale, sull’aumento della trasparenza e sulla promozione di una cultura della collaborazione e dell’apprendimento continuo.
McChrystal, basandosi sulla sua esperienza come comandante delle forze speciali americane, osserva che le organizzazioni tradizionali sono spesso troppo rigide e lente per rispondere efficacemente a sfide imprevedibili e complesse partendo dai problemi riscontrati nel combattere un esercito molto meno munito di loro ma capace di trasferire le informazioni rapidamente e di prendere decisioni in totale autonomia. Propone quindi un approccio più agile e flessibile, ispirato ai principi delle operazioni speciali militari e del lavoro di squadra.
Quali sono quindi le pratiche che sono suggerite? Eccone cinque che possiamo usare anche nelle nostre attività lavorative:
Empowerment a Autonomia dei Team: Delegare l’autorità ai team più vicini ai problemi per permettere decisioni rapide e informate.
Trasparenza e condivisione delle informazioni: Assicurare che tutte le parti dell’organizzazione abbiano accesso alle informazioni necessarie per comprendere il contesto più ampio e prendere decisioni migliori.
Leadership adattativa: I leader devono essere in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, promuovere l’innovazione e incoraggiare la collaborazione tra diverse squadre.
Resilienza e apprendimento continuo: Creare una cultura in cui gli errori sono visti come opportunità di apprendimento e dove si incoraggia il miglioramento continuo.
Focus sui Risultati e Collaborazione Interfunzionale: L’obiettivo è massimizzare l’effetto della conoscenza condivisa piuttosto che l’efficienza dei singoli e le decisioni centralizzate.
Detta così non sembra nulla di nuovo, ha molti aspetti di quella che viene chiamata cultura Lean (ho fatto un video su come è nata) e sulle normali pratiche di Leadership ed è, direi, una lista di ovvietà.
In realtà, come sempre, ci sono delle interferenze tra la teoria e l’applicazione. E’ in quest’ultima fase che sta la vera difficoltà e dove ci si trova bloccati e, per questo, ci sono dei framework (dei modi di lavorare) che possono aiutare a fare un passo avanti.
Qui devo fare un disclaimer: NON ESISTONO SCORCIATOIE NE’ SOLUZIONI RAPIDE ED INDOLORI.
L’introduzione e l’uso di framework nuovi implica sempre un cambiamento culturale (le persone devono conoscere cose nuove), operativo (il modo di lavorare deve cambiare) e di motivazione (l’inizio sarà difficile e non porterà risultati). Sappiamo che non essere in grado di fare bene queste tre cose porterà al rifiuto al cambiamento e a tornare al punto di partenza. Proprio come quando giocavo a Monopoli e pescavi la carta “Fate tre passi indietro (con tanti auguri)”.
Ma torniamo a noi. Per far accadere le cose abbiamo utilizzato uno dei metodi legati all’approccio AGILE (anche di questo ne parlerò più avanti) che si chiama SCRUM.
Non voglio entrare troppo nel merito in questo momento raccontando come si sviluppa SCRUM (si possono trovare informazioni nel loro sito) ma, per spiegarlo, mi limito a dire che è un metodo che si basa su:
-3 attori che gestiscono rispettivamente la definizione degli obiettivi e il risultato, lo sviluppo degli obiettivi, il metodo e la soluzione degli eventuali problemi che il team non può risolvere da solo
-5 eventi che permettono di condividere le cose da fare, l’avanzamento e le cose fatte più attività di miglioramento
-3 artefatti che mostrano a tutti lo stato dell’arte sulle cose da fare, in lavorazione e le cose fatte.
Vediamo quindi come le attività proposte dal libro “Team of Teams” intersecano il framework Scrum.
Empowerment e Autonomia dei Team
Team of Teams: Viene enfatizzato l’empowerment a livello locale, delegando l’autorità ai team più vicini ai problemi.
Scrum: Scrum promuove team auto-organizzati e cross-funzionali che hanno l’autonomia di decidere come realizzare il lavoro.
Trasparenza e Condivisione delle Informazioni
Team of Teams: Si sottolinea l’importanza della trasparenza e della condivisione delle informazioni all’interno dell’organizzazione.
Scrum: La trasparenza è uno dei pilastri fondamentali di Scrum. Tutti i membri del team hanno visibilità su progressi, ostacoli e piani attraverso eventi ed artefatti come il Product Backlog e la Sprint Review.
Leadership adattativa
Team of Teams: I leader devono essere in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e promuovere l’innovazione.
Scrum: Scrum incoraggia iterazioni regolari (Sprint) che permettono ai team di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Il ruolo dello Scrum Master, uno dei 3 attori di cui parlavo sopra, è quello di facilitare piuttosto che comandare.
Resilienza e Apprendimento Continuo
Team of Teams: Si promuove una cultura in cui gli errori sono opportunità di apprendimento.
Scrum: Le cerimonie come la Sprint Retrospective sono dedicate all’apprendimento continuo e al miglioramento del processo.
Focus sui Risultati e Collaborazione Interfunzionale
Team of Teams: L’obiettivo è ottimizzare l’efficacia complessiva della squadra piuttosto che l’efficienza dei singoli.
Scrum: In Scrum, il focus è sulla consegna di prodotti di valore, con membri del team che collaborano oltre i confini dei ruoli tradizionali.
E’ abbastanza chiaro che il modello organizzativo proposto in “Team of Teams” per affrontare sfide complesse e imprevedibili in un contesto ampio ed in continua evoluzione può essere gestito con il framework Scrum che fornisce un approccio pratico e strutturato per implementare questi principi in team che hanno obiettivi condivisi. Entrambi promuovono un cambiamento culturale verso maggiore agilità, collaborazione, e una leadership basata sull’abilitare e supportare i team piuttosto che dirigerli in modo autoritario.
E tu, come stai implementando questi concetti nella tua organizzazione?
Per oggi credo di aver messo sul tavolo già molte cose e mi aspetto qualche domanda nei commenti. Alla prossima!